Da Baudismo a Baudeggiare: il contributo di Pippo nella Treccani

Egidio Luigi

Agosto 17, 2025

Pippo Baudo, icona indiscussa della televisione italiana, è venuto a mancare il 16 agosto 2025 all’età di 89 anni, lasciando un vuoto incolmabile nel panorama mediatico del Paese. La sua scomparsa non segna solo la fine di un’era, ma evidenzia anche l’impatto duraturo che ha avuto sulla lingua e sul costume italiano. Attraverso l’uso di sette neologismi, la sua eredità continua a vivere, dimostrando come il suo stile unico abbia influenzato non solo il modo di fare televisione, ma anche il linguaggio comune.

Neologismi e linguaggio di Pippo Baudo

Il fenomeno del pippobaudismo è il primo neologismo riconosciuto ufficialmente dalla Treccani, attestato già nel 1985 sulle pagine di Repubblica. Questo termine si riferisce al modo in cui Pippo Baudo ha saputo interpretare la società e il costume italiano, creando un legame profondo tra intrattenimento e cultura. Non si tratta di un semplice stile di conduzione, ma di una vera e propria poetica televisiva che ha saputo mescolare elementi alti e bassi, dando vita a uno spettacolo in grado di rispecchiare la realtà del Paese.

Accanto a questo, il baudismo, registrato nel 1986, descrive l’atteggiamento e il comportamento tipici del conduttore. È un modo di fare televisione che si basa su ritmo, presenza scenica e improvvisazione, mantenendo sempre il controllo della situazione. Questi elementi hanno contribuito a creare un format che ha caratterizzato le sue trasmissioni, rendendole uniche e memorabili.

Stili e aggettivi distintivi

Nel linguaggio contemporaneo, il termine baudesco, attestato dal 1990, viene utilizzato in chiave ironica per riferirsi a lunghe maratone televisive, tipiche del conduttore. Queste “abbuffate” di spettacolo, che spesso si protraevano fino a notte fonda, sono diventate un marchio di fabbrica del suo stile. Un altro aggettivo, baudiano, è emerso per descrivere le sue conduzioni e le trasmissioni serali che si prolungavano oltre la mezzanotte, evocando l’immagine di un pubblico incollato allo schermo.

Il termine pippobaudiano è utilizzato per descrivere qualsiasi aspetto che rimandi a Baudo, dai toni dei ringraziamenti finali alle atmosfere dei suoi programmi. Questo neologismo sottolinea quanto il suo marchio personale abbia influenzato il modo di concepire il varietà e il festival della musica italiana.

Il verbo baudeggiare e il pubblico pippobaudista

Il verbo baudeggiare, coniato nel 1993 dalle pagine de La Stampa, rappresenta un tentativo di imitazione dello stile di Pippo Baudo. Questo termine evidenzia come il conduttore sia diventato un punto di riferimento imprescindibile per i suoi successori, i quali si sono spesso trovati a confrontarsi con il suo modello. Aldo Grasso, noto critico televisivo, ha sottolineato questo aspetto commentando le performance di Carlo Conti a Miss Italia 2003, definendole come un esempio di “baudeggiamento”.

Infine, il termine pippobaudista si riferisce al pubblico che ha sempre sostenuto Baudo, un pubblico affezionato a un intrattenimento che è al contempo popolare e colto. Questo legame tra il conduttore e il suo pubblico ha rappresentato una vera e propria simbiosi, in cui Baudo ha trovato la sua voce e il suo interprete. La sua eredità, quindi, non è solo televisiva, ma anche culturale, continuando a influenzare il modo in cui si fa intrattenimento in Italia.

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