Gli Stati Uniti, insieme all’opposizione nicaraguense, hanno espresso forte condanna per la confisca del Collegio San José situato a Jinotepe, avvenuta per mano del regime di Rosario Murillo e Daniel Ortega. La notizia, riportata il 5 gennaio 2025, ha scatenato reazioni accese a livello internazionale.
La diplomazia statunitense e la condanna del regime
La diplomazia statunitense ha definito questo atto una “perversità”, sottolineando come evidenzi ulteriormente i limiti della dittatura di Murillo e Ortega. In un comunicato ufficiale, il governo di Washington ha accusato il regime di perseguire una politica di controllo totale, affermando che il potere della fede e il desiderio di libertà del popolo nicaraguense prevarranno su questa oppressione.
Nuovo direttore e reazioni della comunità
Secondo il gruppo di riflessione Grex, composto da ex prigionieri politici, il regime ha nominato come nuovo direttore del collegio il paramilitare Ermes Morales, noto per i suoi legami con attività repressive e accusato di essere coinvolto nell’omicidio del giovane Jean Paul Genie nel 1990. Questa decisione ha suscitato indignazione tra i genitori e gli studenti, i quali hanno rifiutato di partecipare a un incontro con i funzionari del ministero dell’Istruzione del Nicaragua.
Storia e rinominazione del collegio
Il Collegio San José, che vanta oltre 40 anni di storia e accoglie circa 600 alunni, è stato ribattezzato “Bismarck Martínez” in onore di un militante sandinista, ritenuto responsabile della cosiddetta “Operazione pulizia” del 2018, un evento tragico che ha portato alla morte di oltre 30 persone a Carazo, nelle vicinanze del collegio delle Suore Giuseppine.
Preoccupazioni per la libertà religiosa e i diritti umani
Martha Patricia Molina, avvocata e ricercatrice, ha descritto la confisca come “un giorno di infamia per la libertà religiosa”. Inoltre, il Grex ha denunciato l’emergere di nuove ondate di arresti a Jinotepe e Masaya, colpendo ex prigionieri politici e oppositori locali. La situazione nel paese continua a destare preoccupazione e a sollevare interrogativi sul futuro della libertà e dei diritti umani in Nicaragua.