La giustizia del Perù ha emesso un provvedimento di detenzione preventiva di cinque mesi nei confronti dell’ex presidente Martín Vizcarra, accusato di corruzione passiva. Vizcarra, che ha ricoperto la carica di presidente dal 2018 al 2020, è attualmente sotto indagine per presunti illeciti commessi durante il suo mandato come governatore della regione di Moquegua, un periodo che va dal 2011 al 2014. A fine giugno, un giudice aveva negato la richiesta della Procura di un periodo di detenzione preventiva di sei mesi, ritenendo insufficienti le prove riguardanti un possibile rischio di fuga da parte dell’ex capo di Stato. Tuttavia, la Procura ha annunciato l’intenzione di presentare ricorso contro tale decisione.
Nuova udienza e detenzione
Nella giornata di ieri, il giudice Jorge Chávez Tamariz ha tenuto una nuova udienza, durante la quale ha disposto l’immediata attuazione della detenzione preventiva. La notizia è stata comunicata tramite una nota pubblicata su X. Di conseguenza, Vizcarra è stato arrestato e trasferito nel carcere di Barbadillo, dove si trovano già altri ex presidenti, tra cui Alejandro Toledo, Ollanta Humala e Pedro Castillo, tutti accusati di vari reati.
Reazioni e tensioni politiche
In un video condiviso sui suoi canali social, Vizcarra ha espresso il suo disappunto, affermando: “Non si tratta più di giustizia, si tratta di politica. C’è un patto mafioso che governa il Perù dall’ombra”. Le sue parole evidenziano le tensioni politiche e le controversie che circondano la sua situazione, riflettendo un clima di sfiducia nei confronti delle istituzioni giudiziarie del paese.