Netanyahu: “La mia è una missione storica e spirituale” mentre Israele aumenta i raid su Gaza

Egidio Luigi

Agosto 13, 2025

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha rilasciato una dichiarazione significativa a i24, esprimendo il suo profondo impegno in quella che definisce una “missione storica e spirituale”. Le sue parole, pronunciate il 13 agosto 2025, hanno suscitato un’ampia discussione riguardo alla sua visione di un’Israel ampliata, conosciuta come Grande Israele. Questo concetto, che risale agli eventi successivi alla Guerra dei Sei Giorni nel giugno del 1967, include non solo l’attuale territorio israeliano, ma anche aree che potrebbero essere destinate a un futuro stato palestinese, e in alcuni casi, territori che appartengono attualmente alla Giordania e all’Egitto.

Il concetto di Grande Israele

La nozione di Grande Israele è stata storicamente utilizzata per descrivere Israele e i territori conquistati durante la guerra del 1967, che comprendono Gerusalemme Est, la Cisgiordania, la Striscia di Gaza, la Penisola del Sinai e le Alture del Golan. Questa visione è stata successivamente ampliata per includere anche la Giordania, un aspetto che ha sollevato interrogativi e preoccupazioni tra le comunità internazionali e le autorità palestinesi. Netanyahu ha sottolineato il suo legame personale con questa visione, evidenziando l’importanza storica e spirituale che essa riveste per lui e per il popolo israeliano.

L’idea di Grande Israele non è priva di controversie. Essa rappresenta un tema centrale nei dibattiti politici e nelle discussioni riguardanti il conflitto israelo-palestinese. La prospettiva di un’espansione territoriale ha generato tensioni e resistenze, non solo tra gli israeliani e i palestinesi, ma anche a livello internazionale, dove diversi paesi e organizzazioni hanno espresso la loro opposizione a qualsiasi forma di annessione o espansione territoriale che possa compromettere la possibilità di una soluzione pacifica e duratura al conflitto.

Le implicazioni della visione di Netanyahu

Le dichiarazioni di Netanyahu hanno il potenziale di influenzare significativamente le dinamiche politiche nella regione. La sua affermazione di una “missione storica e spirituale” potrebbe essere interpretata come un invito a perseguire una politica più aggressiva nei confronti delle aree contese. Questo approccio potrebbe portare a un ulteriore inasprimento delle relazioni con i palestinesi, già tese a causa di anni di conflitti e negoziati falliti.

Inoltre, il sostegno a questa visione da parte di Netanyahu potrebbe avere ripercussioni anche sul piano internazionale. I leader mondiali e le organizzazioni internazionali stanno monitorando attentamente la situazione, preoccupati che una tale retorica possa ostacolare ulteriormente i già fragili progressi verso un accordo di pace. Le reazioni a queste dichiarazioni potrebbero variare, con alcuni paesi che potrebbero esprimere il loro sostegno a Israele, mentre altri potrebbero condannare le azioni che potrebbero essere percepite come un tentativo di espansione territoriale a scapito dei diritti dei palestinesi.

Il futuro della regione rimane incerto, e le parole di Netanyahu potrebbero segnare un punto di svolta nelle relazioni tra Israele e i suoi vicini, così come nel dialogo con la comunità internazionale. La visione di Grande Israele, se perseguita, potrebbe avere conseguenze durature per la stabilità e la pace nella regione.

×