In un contesto globale in cui molte popolazioni, come quella di Gaza, lottano quotidianamente contro la fame e la mancanza di beni essenziali, in Giappone si sono verificate scene di un contrasto stridente. Durante una recente promozione di McDonald’s Japan, pasti caldi degli Happy Meal sono stati abbandonati sui tavoli o gettati, mentre i clienti si affannavano a mettere da parte figurine Pokémon. Le immagini di questi episodi, diventate virali sui social media, hanno suscitato indignazione e acceso un dibattito sulla gestione delle promozioni commerciali in un mondo segnato da profonde disuguaglianze. Questo episodio ha costretto la catena di fast food a scusarsi pubblicamente e a implementare misure straordinarie per evitare il ripetersi di situazioni simili, con l’intento di prevenire sprechi e tensioni nei propri ristoranti.
Promozione interrotta a causa dell’eccesso di domanda
La campagna promozionale, attiva dal 9 all’11 agosto 2025, prevedeva l’abbinamento di due figurine Pokémon a ciascun Happy Meal, mirata a famiglie e collezionisti. Tuttavia, già nelle prime ore dal lancio, la richiesta ha superato di gran lunga le aspettative, portando all’esaurimento delle figurine in tempi record. Alcuni punti vendita hanno visto file formarsi all’esterno ben prima dell’apertura, con clienti decisi a garantirsi il gadget esclusivo. Video e foto condivisi online hanno immortalato l’entusiasmo e la frenesia degli acquirenti, che si sono accaparrati più pasti contemporaneamente. Di fronte a tale ondata di richieste e all’impossibilità di gestire la distribuzione in modo equilibrato, McDonald’s ha deciso di interrompere la promozione già nel primo giorno, scusandosi con i clienti rimasti senza figurine.
Scene di caos e spreco alimentare
Le immagini diffuse sui social e dai media locali hanno mostrato scene eloquenti: decine di Happy Meal sigillati abbandonati sui tavoli, gettati nei parcheggi o lasciati accatastati vicino ai ristoranti. Molti clienti avevano acquistato più pasti solo per ottenere le figurine, senza alcuna intenzione di consumare il cibo. Alcuni hanno utilizzato più account dell’app di McDonald’s per aggirare i limiti di acquisto, mentre altri si sono presentati ripetutamente nello stesso punto vendita. Nel giro di poche ore, le figurine sono comparsa sui principali siti di rivendita online, con prezzi che raggiungevano dieci volte il valore iniziale. Questa situazione ha alimentato un acceso dibattito pubblico, con accuse di speculazione e critiche alla mancanza di controlli preventivi.
Il fenomeno Pokémon e il mercato parallelo
In Giappone, il fenomeno Pokémon ha radici profonde e coinvolge diverse generazioni, diventando un elemento culturale e commerciale di grande rilevanza. Le carte e le figurine, in particolare quelle in edizione limitata o distribuite in occasioni speciali, sono considerate veri e propri oggetti da collezione, capaci di raggiungere cifre notevoli nelle aste online. La recente promozione di McDonald’s si è inserita in un contesto già saturo di domanda e competizione, creando un terreno fertile per speculatori e rivenditori professionali. Alcune delle carte distribuite con l’Happy Meal sono state immediatamente messe in vendita a prezzi superiori ai cento euro, attirando collezionisti da tutto il mondo e alimentando una vera e propria “caccia al tesoro” sia fisica che digitale. Questo ha portato a un cortocircuito tra marketing e passione collezionistica, con il mercato parallelo che ha oscurato l’intento originale della promozione.
Le misure correttive adottate da McDonald’s
In risposta alle polemiche, McDonald’s Japan ha convocato una conferenza stampa e pubblicato un comunicato ufficiale, ammettendo carenze organizzative e una sottovalutazione della domanda. L’azienda ha annunciato una serie di misure per prevenire il ripetersi di episodi simili, tra cui limiti più severi sul numero di pasti acquistabili per cliente, controlli rigorosi per evitare acquisti ripetuti tramite app e una richiesta ai clienti di non contattare direttamente i ristoranti per informazioni sui gadget. Inoltre, McDonald’s ha dichiarato di voler collaborare con le principali piattaforme di aste online per monitorare le inserzioni e intervenire in caso di prezzi gonfiati, cercando di proteggere il significato originale delle campagne promozionali e ridurre lo spreco alimentare.
Un precedente che non ha insegnato nulla
Questa vicenda non è un caso isolato. A maggio, una promozione simile dedicata alla mascotte “Chiikawa” aveva scatenato un’ondata di entusiasmo, sfociando in episodi di disordine e spreco. Anche in quell’occasione, i gadget si erano esauriti rapidamente, costringendo McDonald’s a interrompere l’iniziativa e a scusarsi. Le somiglianze tra i due eventi evidenziano la necessità per l’azienda di rivedere radicalmente la pianificazione delle campagne, introducendo sistemi di controllo più efficaci e una distribuzione che possa bilanciare la forte domanda con la responsabilità sociale, evitando di trasformare eventi pensati per divertire famiglie e bambini in occasioni di caos e spreco.