Netanyahu: ‘L’obiettivo non è occupare Gaza, ma liberarla’. Onu: ‘Il piano di Israele rappresenta una nuova pericolosa escalation’

Marianna Perrone

Agosto 10, 2025

Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha dichiarato oggi, durante una conferenza stampa dedicata ai media internazionali, che l’obiettivo di Israele non è l’occupazione di Gaza, ma la sua liberazione da Hamas. In questa occasione, ha presentato un piano articolato in cinque punti per l’operazione che era stato anticipato nei giorni scorsi.

Netanyahu ha affermato che la guerra potrebbe concludersi immediatamente se Hamas decidesse di deporre le armi e liberare gli ostaggi ancora in mano al gruppo. Il premier ha sottolineato che Gaza sarà smilitarizzata e che Israele si assumerà la responsabilità della sicurezza, proponendo l’istituzione di un’amministrazione civile non israeliana nell’area. “Questo è il nostro piano per il giorno dopo”, ha dichiarato.

Durante la conferenza, Netanyahu ha mostrato la foto di Evyatar David, un ostaggio che ha perso molto peso, affermando che “gli unici che stanno morendo di fame sono i nostri ostaggi”. Ha ribadito che la politica di Israele è sempre stata quella di evitare una crisi umanitaria a Gaza, ricordando che sono state distribuite “2 milioni di tonnellate di aiuti” e che sono stati effettuati numerosi contatti con i cittadini di Gaza per metterli in guardia dai pericoli. Tuttavia, ha accusato Hamas di boicottare gli aiuti, creando una situazione di scarsità di forniture, e ha criticato l’Onu per non aver fatto arrivare gli aiuti bloccati ai confini della Striscia.

Riguardo ai tempi dell’intervento, Netanyahu ha affermato che il calendario stabilito è rapido e che si possono ottenere risultati che tutelino la popolazione civile e colpiscano Hamas. Ha aggiunto che l’obiettivo iniziale di smantellare Hamas è ora diventato prioritario e ha promesso che i tempi per porre fine alla guerra saranno brevi.

Inoltre, il premier ha annunciato l’istituzione di corridoi sicuri per la distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza, l’incremento dei punti di distribuzione gestiti dalla Ghf e un aumento dei lanci aerei da parte delle forze israeliane e dei partner.

Durante una riunione del Consiglio di Sicurezza, Miroslav Jenča, segretario generale aggiunto dell’Onu per l’Europa, l’Asia centrale e le Americhe, ha avvertito che le recenti decisioni del governo israeliano potrebbero innescare un’ulteriore escalation del conflitto. Ha sottolineato che l’unico modo per fermare la sofferenza umana a Gaza è un cessate il fuoco immediato e permanente, affermando che non esiste una soluzione militare al conflitto.

Fonti ospedaliere a Gaza hanno riferito che dall’alba di oggi almeno 17 civili sono stati uccisi dal fuoco dell’esercito israeliano (Idf) in diverse zone della Striscia, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa palestinese Wafa. Tra le vittime, 11 persone sono state colpite mentre attendevano aiuti umanitari. Il ministero della Salute di Gaza, gestito da Hamas, ha segnalato cinque nuovi decessi causati da fame e malnutrizione nelle ultime 24 ore, portando il bilancio totale a 217 vittime dall’inizio delle ostilità, tra cui 100 bambini.

Famiglie degli ostaggi a Tel Aviv indicono uno sciopero generale domenica

A Tel Aviv, gruppi rappresentativi delle famiglie degli ostaggi, dei soldati uccisi e delle vittime dell’attacco di Hamas del 7 ottobre hanno indetto uno sciopero generale per domenica prossima, in segno di protesta contro la guerra e il piano del governo di conquistare Gaza City. Reut Recht-Edri, il cui figlio Ido Edri è stato assassinato da Hamas, ha dichiarato in conferenza stampa: “Domenica prossima ci fermeremo tutti e diremo: ‘Basta, fermate la guerra, restituite gli ostaggi'”.

Smotrich: ‘Ho perso la fiducia che Netanyahu riesca a vincere’

Bezalel Smotrich, ministro delle Finanze israeliano di estrema destra, ha espresso il suo dissenso riguardo alla decisione del governo di occupare Gaza City, affermando di aver “perso la fiducia” nelle capacità del primo ministro Netanyahu di guidare l’esercito verso la vittoria. Nonostante le sue riserve, Smotrich non sembra intenzionato a dimettersi. Ha dichiarato: “Ho appoggiato anche mosse che, a mio avviso, erano meno corrette e sono rimasto al governo”, lanciando un appello a Netanyahu per un cambio di strategia.

Wilders sente Netanyahu: ‘La sua lotta contro Hamas è la nostra’

Il leader dell’ultradestra olandese, Geert Wilders, ha avuto un colloquio telefonico con il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, esprimendo il suo sostegno alle azioni di Israele. Wilders ha dichiarato: “La sua lotta è la nostra lotta, perché noi amiamo la vita e la libertà, mentre loro amano la morte e la distruzione”.

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