Il premier israeliano Benjamin Netanyahu si trova in una posizione delicata, schiacciato tra le pressioni del fronte bellico e le crescenti tensioni interne. La decisione di assumere il controllo temporaneo di Gaza City ha suscitato forti reazioni a livello internazionale, con l’Italia che ha condannato l’iniziativa attraverso una dichiarazione congiunta insieme ad altri otto Paesi. A Tel Aviv, migliaia di cittadini hanno manifestato, esprimendo il loro dissenso verso le scelte del governo. “Contestiamo tutte le decisioni che il nostro governo sta prendendo, e lo riteniamo responsabile di tutti i disastri che si sono verificati nell’ottobre 2023”, ha affermato un manifestante, evidenziando il malcontento diffuso.
Voci di protesta e condizioni degli ostaggi
Tra le voci di protesta, si alzano anche quelle dei familiari degli ostaggi, che vivono in condizioni disperate, costretti a condividere razioni minime di cibo, come pane e fagioli in scatola. “Stanno morendo di fame, così non possono sopravvivere, non ne possiamo più!”, è il grido di dolore di un familiare che rappresenta la frustrazione e la paura di molti.
Complicazioni politiche e riunioni internazionali
La situazione politica di Netanyahu è ulteriormente complicata dalla possibilità di una frattura con i suoi alleati di governo. Oggi pomeriggio, si svolgerà una riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, convocata dai membri europei, ma non dagli Stati Uniti, evidenziando la divisione tra le potenze mondiali riguardo alla crisi in corso.
Situazione tragica a Gaza
Nel frattempo, la situazione a Gaza continua a essere tragica. Oggi, l’esercito israeliano ha colpito, causando almeno 17 vittime, tra cui undici persone che si trovavano in attesa di aiuti umanitari e viveri. La guerra in corso ha portato a una spirale di violenza e disperazione, con conseguenze devastanti per la popolazione civile.