Cinque nuovi gioielli floreali: un viaggio tra rarità vegetali e memorie storiche

Marianna Perrone

Agosto 10, 2025

Non è sufficiente possedere un giardino di grande valore per entrare a far parte del network Grandi Giardini Italiani. Per ottenere l’ammissione, è necessario soddisfare requisiti specifici. Judith Wade, fondatrice e amministratrice delegata di questa rete, chiarisce che «il giardino deve possedere un interesse storico, artistico e botanico». Tuttavia, non basta. È fondamentale garantire un elevato standard di manutenzione, affinché i visitatori possano trovare fontane funzionanti, potature curate e un ambiente ben mantenuto dai giardinieri.

Un altro aspetto cruciale è la predisposizione ad accogliere i turisti. Wade sottolinea l’importanza di offrire un programma di aperture affidabili: «Un visitatore proveniente da lontano non può rischiare di trovare il giardino chiuso». Inoltre, è essenziale che la struttura sia accessibile a gruppi, persone con disabilità e scolaresche.

Da oltre trent’anni, Judith Wade esamina con attenzione le candidature per il suo circuito. «Non mi interessano i numeri, ma la qualità. Grandi Giardini Italiani gode di un’ottima reputazione all’estero e desidero che i visitatori trovino esattamente ciò che descriviamo sul nostro sito».

Alla scoperta delle piante preistoriche

Giardini Caneva a Sarzana (La Spezia)

Visitare i Giardini Caneva, che si estendono su 1,2 ettari all’interno delle mura seicentesche di Sarzana, è un’esperienza che mescola storia e natura. Enrico Caneva ha selezionato 15mila piante di 2500 specie provenienti da tutto il mondo. Tra queste, ha creato un’area dedicata alle piante preistoriche, rendendo il giardino uno dei quattro al mondo con una collezione di questo tipo.

«La mia passione per il verde è nata a Parigi, dove ho vissuto per vent’anni e ho creato il mio primo giardino» racconta Caneva. Dopo aver trovato un terreno incolto a Sarzana, ha voluto realizzare un giardino sensoriale legato a essenze e profumi, riuscendo a includere 800 piante utilizzate anche in profumeria.

Ispirato da giardini e orti botanici visitati in tutto il mondo, Caneva ha progettato un percorso che rappresenta le diverse aree geografiche di provenienza delle piante, dal Giappone all’Himalaya, dalle Americhe al Sudafrica e all’Australia.

Da non perdere. La collezione di Podocarpus, conifere antichissime risalenti a 105 milioni di anni fa; l’area dedicata alle rose di Josephine Beauharnais; la collezione di Huperzia; e la sezione di flora australiana, con le Proteaceae dai fiori straordinari e ben 27 specie di mimose. Dal 2018, i Giardini Caneva sono diventati un vero e proprio tesoro botanico, accessibile tramite visite guidate e sede di eventi culturali e attività scolastiche.

Il giardino di Villa Cimbrone

Villa Cimbrone a Ravello (Salerno)

La Terrazza Belvedere dell’Infinito è una delle principali attrazioni di Villa Cimbrone, un luogo magico che offre una vista mozzafiato sul Golfo di Salerno e sulla Costiera Amalfitana. Marco Vuilleumier, capogiardiniere e curatore del verde, spiega che «il sistema di terrazzamenti è antico» e che l’impostazione della villa e le statue risalgono al Rinascimento.

La villa ha avuto diverse proprietà nel corso della sua storia, passando dalla famiglia Fusco agli Amici di Atrani, per poi essere acquistata da Ernest William Beckett. Negli anni ’30, Villa Cimbrone è diventata un ritrovo del Bloomsbury Group, con Vita Sackville West che ha realizzato interventi nel giardino, sebbene non si sappia quali siano stati. Negli anni ’60, il nonno di Marco ha rilevato la villa, trasformandola in un hotel, ancora oggi gestito dalla famiglia, e aperta al pubblico.

Da non perdere. Il roseto con rose botaniche, le ortensie, e il percorso che dalla Terrazza Belvedere conduce alla grotta di Eva, passando per una macchia mediterranea. La zona del tempio di Bacco offre un bosco ombroso con piante spontanee come bulbose, asfodeli e leguminose. I viali di cipressi e i pini completano questo giardino, che Marco Vuilleumier sta rendendo più sostenibile, limitando il consumo di acqua.

Giardini all’italiana

Villa Miralfiore a Pesaro

Situata nel cuore di Pesaro, Villa Miralfiore occupa quasi un ettaro di giardino all’interno di un parco urbano. La dimora ha ospitato illustri famiglie come gli Sforza, i Medici e i Della Rovere. Nel 1992, l’imprenditore Vittorio Livi ha acquistato la villa, creando un Museo del Vetro con opere di designer contemporanei. «Di recente è stato effettuato un restauro del giardino» racconta Silvia Torri, curatrice della villa.

La bellezza rinascimentale si fonde con la ricchezza botanica nei cinque giardini: tre all’italiana con parterre di bosso e altri due con piante come mirto e agapanti. Le visite possono avvenire in due modalità: da soli nel giardino o attraverso la Villa Miralfiore Experience, che include anche l’accesso al museo e alla cappella con opere d’arte.

Da non perdere. «Nel giardino dedicato a papa Albani, da una finestrella si intravede il giardino dei Della Rovere, con il glicine e il parterre a forma di stella di bosso» spiega Torri. «Le fontane con conchiglie e la neviera nel giardino Albani sono particolarmente suggestive, così come le piante di rose».

Un boschetto romantico

Villa Almerico Capra, nota come La Rotonda, a Vicenza

Considerata il capolavoro di Andrea Palladio, La Rotonda è circondata da oltre 12 ettari di terreno, di cui 1,5 ettari di boschetto romantico, aperto al pubblico dal 1 aprile 2025. Questo luogo, patrimonio Unesco dal 1994, è stato commissionato da Paolo Almerico nel Cinquecento.

Nel corso della storia, la villa ha subito le vicissitudini di Venezia e delle guerre d’indipendenza, fino a quando nel 1912 la nobildonna Giustina acquistò la villa. Il boschetto, realizzato a metà Ottocento, era un orto e ora presenta 430 alberi con essenze autoctone dei Colli Berici, oltre a cedri del Libano e platani orientali.

Da non perdere. L’ex agrumaio con vasi di aranci amari e Prunus subhirtella. I visitatori possono passeggiare nel boschetto e partecipare a attività di ascolto musicale e yoga. È possibile visitare la villa e il giardino in autonomia o con guide, talvolta accompagnati da Nicolò Valmarana.

Musica e verde

Villa Togni a Gussago (Brescia)

Con un giardino francese della fine del Seicento e un parco all’inglese d’inizio Novecento, Villa Togni ha attratto il mondo musicale internazionale. Giulio Francesco Togni, direttore della Fondazione Domani l’Aurora, ha riportato la villa a nuova vita, organizzando concerti e lezioni di musica barocca.

La proprietà, acquistata all’inizio del Novecento da Giulio Togni, ha visto la presenza di Camillo Togni, pianista e compositore. Attualmente, l’interno della villa non è visitabile, ma il giardino francese, progettato secondo i dettami di André Le Nôtre, è aperto al pubblico.

Da non perdere. Il giardino francese, arricchito da 17 trompe-l’oeil, è un’attrazione unica. Le visite sono disponibili solo su prenotazione con audioguida o guidate da Giulio Togni, con eventi musicali nel fine settimana.

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