Il conflitto in Medioriente ha raggiunto il giorno 665. A Gerusalemme, il 1° agosto 2025, l’inviato della Casa Bianca, Steve Witkoff, ha avuto un incontro con il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu. Secondo fonti, si starebbe delineando un accordo tra Israele e Stati Uniti che prevede, data l’intransigenza di Hamas, un passaggio da un piano per il rilascio parziale degli ostaggi a uno per la liberazione totale, il disarmo di Hamas e la smilitarizzazione della Striscia di Gaza. È stato chiarito che non ci saranno più accordi parziali.
Nel contesto internazionale, dopo la Francia e il Regno Unito, anche il Canada ha annunciato che riconoscerà lo Stato palestinese a partire da settembre. La vicepresidente esecutiva dell’Unione Europea, Ribera, ha commentato la situazione a Gaza, definendola “intollerabile e inumana”, paragonando le immagini di persone che muoiono di fame a quelle della liberazione di Auschwitz. Nel frattempo, il vicepresidente del Consiglio italiano, Antonio Tajani, ha comunicato di aver contattato il primo ministro dell’Autorità Nazionale Palestinese, Mohammad Mustafa, per annunciare una nuova evacuazione di bambini palestinesi malati, con un totale di 50 persone e un finanziamento di 5 milioni di euro per beni alimentari.
Aiuti umanitari in arrivo a Gaza
Decine di camion carichi di aiuti umanitari sono stati inviati a Gaza, dove centinaia di persone stanno aspettando disperatamente cibo e beni di prima necessità . La situazione nella Striscia è critica, con la popolazione che affronta gravi carenze alimentari e sanitarie. Le autorità locali hanno segnalato un aumento delle richieste di assistenza, mentre le organizzazioni internazionali stanno cercando di coordinare l’ingresso degli aiuti in un contesto di crescente tensione.
L’operazione di distribuzione degli aiuti è complicata dalla situazione di sicurezza e dalla necessità di garantire che gli aiuti raggiungano effettivamente le persone bisognose. I camion, carichi di cibo, medicine e materiali essenziali, rappresentano una speranza per molti, ma il loro ingresso è spesso ostacolato da fattori politici e militari. Le organizzazioni umanitarie stanno lavorando a stretto contatto con le autorità locali per monitorare la situazione e garantire che l’assistenza arrivi dove è più necessaria.
Le nuove iniziative dell’Italia
Il 1° agosto 2025, il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, ha avuto colloqui telefonici con il premier dell’Autorità Nazionale Palestinese e con la ministra degli Affari Esteri, Varsen Aghabekian. Durante le conversazioni, Tajani ha illustrato le ultime iniziative umanitarie dell’Italia, che includono un piano di evacuazione per bambini palestinesi malati e ulteriori stanziamenti per l’acquisto di beni alimentari.
Il governo italiano ha deciso di inviare nuovi aiuti umanitari e di organizzare lanci aerei di cibo nei prossimi giorni. Tajani ha sottolineato l’importanza dell’azione diplomatica nei confronti di Israele per ottenere il via libera all’ingresso di aiuti bloccati e per facilitare il passaggio di beni italiani dalla Giordania. L’Italia si sta ponendo come un attore chiave nella risposta umanitaria alla crisi in Gaza, cercando di coordinare sforzi congiunti a livello internazionale.
Slovenia adotta misure contro il commercio di armi
La Slovenia ha fatto notizia annunciando il divieto del commercio di armi con Israele a causa della guerra in Gaza. Il governo sloveno ha dichiarato che il paese diventa il primo in Europa a vietare l’importazione, l’esportazione e il transito di armi verso e da Israele. Questa decisione è stata presa in modo autonomo, poiché l’Unione Europea non è riuscita a concordare misure concrete richieste da diversi stati membri.
La Slovenia ha evidenziato la propria posizione come un passo significativo in risposta alla crisi, sottolineando l’urgenza di agire di fronte a una situazione che continua a deteriorarsi. Questo divieto potrebbe avere ripercussioni sul mercato delle armi in Europa e influenzare le relazioni tra gli stati membri dell’Unione e Israele.