Trump accusa Epstein di aver sottratto le sue dipendenti di Mar-a-Lago, inclusa Virginia Giuffre

Marianna Perrone

Luglio 30, 2025

Donald Trump ha recentemente accusato il defunto Jeffrey Epstein di aver prelevato giovani lavoratrici dal centro benessere di Mar-a-Lago. Durante una conversazione con i giornalisti a bordo dell’Air Force One, il presidente ha menzionato Virginia Giuffrè, la quale è morta suicida dopo aver testimoniato contro Epstein, diventando una delle poche accusatrici a rompere il silenzio. “Tutti sanno chi sono le persone che sono state sottratte”, ha dichiarato Trump. “Quando ho appreso della situazione, gli ho comunicato che non volevo che portasse via la nostra gente”, ha continuato il presidente, aggiungendo: “Poi, poiché ha continuato a farlo, l’ho espulso”.

Il conflitto tra Trump ed Epstein

Già in passato, Trump aveva rivelato che il suo conflitto con Epstein era legato all’espulsione di Epstein da Mar-a-Lago, avvenuta circa vent’anni fa, per aver sottratto dipendenti al resort. In questa occasione, il presidente ha fornito ulteriori dettagli, affermando che tra le dipendenti sottratte c’era Virginia Giuffrè, accusatrice di Epstein e del principe Andrea. “Credo che lavorasse nella spa, credo di sì. Era sicuramente una delle persone che ha portato via. E a proposito, non aveva nulla da dire su di noi, come sapete. Nessuna lamentela”, ha affermato Trump riferendosi a Giuffrè.

Il legame tra Trump e Epstein

Il legame tra Trump e Epstein ha suscitato interrogativi e discussioni nel corso degli anni, specialmente considerando le accuse gravi mosse contro Epstein e i suoi associati. La testimonianza di Giuffrè ha avuto un impatto significativo, attirando l’attenzione su un argomento delicato e complesso, quello della tratta di esseri umani e degli abusi sessuali. La posizione di Trump, in questo contesto, sembra essere quella di prendere le distanze da Epstein e dalle sue azioni, cercando di affermare una linea di condotta etica e morale.

Ghislaine Maxwell e la sua offerta di testimoniare

Nel frattempo, Ghislaine Maxwell, ex complice di Epstein, ha espresso la volontà di testimoniare davanti al Congresso, ma con alcune condizioni, tra cui la richiesta di immunità. James Comer, presidente della commissione di vigilanza della Camera, ha convocato Maxwell per testimoniare nel mese di agosto. Gli avvocati della donna hanno inizialmente deciso di invocare i diritti garantiti dal quinto emendamento, che consente di non rispondere a domande potenzialmente incriminanti, ma successivamente si sono dichiarati disponibili a collaborare con il Congresso “se si potrà stabilire un percorso equo e sicuro”.

I legali di Maxwell hanno fatto notare che la loro assistita ha presentato ricorso contro la condanna a 20 anni inflitta dalla giustizia e hanno sottolineato che “qualsiasi testimonianza fornita ora potrebbe compromettere i suoi diritti costituzionali, pregiudicare le sue rivendicazioni legali e potenzialmente influenzare una futura giuria”. Hanno anche evidenziato come i commenti pubblici di alcuni membri del Congresso possano aver già minato la credibilità di Maxwell, senza nemmeno aver ascoltato la sua versione dei fatti o valutato la documentazione a sostegno della sua posizione.

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