Netanyahu afferma che a Gaza non esiste una situazione di fame

Marianna Perrone

Luglio 28, 2025

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha rilasciato dichiarazioni significative durante una conferenza cristiana tenutasi a Gerusalemme sabato sera, il 15 marzo 2025. Parlando di fronte a un pubblico composto da sostenitori, tra cui la consigliera di Donald Trump e pastore evangelico Paula White, Netanyahu ha categoricamente affermato che a Gaza non esiste una politica della fame e che la popolazione non sta affrontando una crisi alimentare. La notizia è stata riportata dal Times of Israel.

Intervento di Netanyahu sugli aiuti umanitari

Nel suo intervento, Netanyahu ha sostenuto che Israele ha permesso l’ingresso di aiuti umanitari durante l’intero conflitto, sottolineando che senza tale assistenza non ci sarebbero state persone a Gaza. Ha accusato Hamas di dirottare i rifornimenti di aiuti, per poi incolpare Israele per la mancanza di sostegno. Secondo Netanyahu, il governo israeliano ha rispettato le normative internazionali riguardanti l’assistenza umanitaria, affermando che circa 1,9 milioni di tonnellate di aiuti sono stati forniti nella Striscia di Gaza dall’inizio del conflitto nell’ottobre 2023.

Il dibattito pubblico sugli aiuti a Gaza

La questione degli aiuti umanitari a Gaza è diventata un tema centrale nel dibattito pubblico, con Israele che si difende dalle accuse di blocco e di negare assistenza alla popolazione civile. Netanyahu ha ribadito che la quantità di aiuti consentita è stata conforme alle richieste del diritto internazionale, evidenziando l’impegno di Israele nel garantire che le necessità fondamentali della popolazione vengano soddisfatte, nonostante le difficoltà legate al conflitto in corso.

Posizione di Netanyahu e situazione a Gaza

La posizione di Netanyahu riflette un tentativo di rispondere alle critiche internazionali e di giustificare le azioni israeliane nella regione. La situazione a Gaza rimane complessa e tesa, con la popolazione che continua a vivere in condizioni difficili, mentre il conflitto persiste e le dinamiche politiche si evolvono.

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