Si sta sviluppando una nuova fase nella vicenda che coinvolge Raoul Bova e la diffusione di audio e chat rubati. Secondo quanto riportato dal quotidiano Repubblica, la Procura di Roma ha avviato un’indagine per tentata estorsione ai danni dell’attore, noto per il suo lavoro nel cinema italiano.
Inizio della vicenda
Tutto ha inizio alcune settimane fa, quando Bova riceve un messaggio da un numero sconosciuto. Il mittente avverte l’attore che alcune conversazioni private, presumibilmente indirizzate alla modella e influencer Martina Ceretti, potrebbero essere rese pubbliche, arrecando danno alla sua immagine. Sebbene non vi sia stata una richiesta esplicita di denaro, il messaggio lascia intendere chiaramente le intenzioni del mittente. Bova decide di non rispondere. Successivamente, il 21 luglio, Fabrizio Corona diffonde le chat attraverso il suo podcast “Falsissimo”. A seguito di questo evento, la Procura avvia un’inchiesta e assegna le indagini alla Polizia Postale, sotto la supervisione del pubblico ministero Eliana Dolce. Il numero utilizzato per il tentativo di estorsione risulta intestato a un prestanome, e gli investigatori sono al lavoro per identificare l’individuo che lo ha realmente utilizzato. Sebbene Corona abbia già una condanna per estorsione, al momento non risulta indagato. L’inchiesta è aperta contro ignoti, ma i magistrati stanno considerando anche l’ipotesi di ricettazione.
Conseguenze legali
Il caso, che coinvolge anche la vita privata di Raoul Bova e della compagna Rocio Munoz Morales, potrebbe avere conseguenze legali significative. Recentemente, il legale dell’attore, David Leggi, ha dichiarato che Bova e Rocio, pur non essendo mai stati sposati, sono separati di fatto da tempo e si alternano nella cura delle loro due figlie. Secondo Leggi, si attende una comunicazione da parte di Morales per formalizzare la situazione anche in tribunale. Riguardo al materiale illecito circolato online sulle presunte affermazioni e relazioni di Bova, il legale ha confermato che sono in corso accertamenti da parte della magistratura per valutare i reati ipotizzabili a carico delle persone coinvolte. Ha sottolineato come le azioni di chi diffonde tali informazioni, senza alcuna prova, possano danneggiare profondamente le vite altrui e i quattro figli della coppia.
Risposta legale
A queste affermazioni ha risposto, attraverso il Corriere della Sera, il legale di Rocio, Antonio Conte, che ha negato categoricamente quanto affermato da Bova. Conte ha dichiarato che la sua assistita non è affatto separata e che non esiste alcun accordo tra le parti. Ha aggiunto che Rocio ha appreso dai media della situazione e desidera proteggere le sue bambine da questa improvvisa e dolorosa attenzione mediatica. Raoul Bova e Rocio Munoz Morales sono genitori di Luna, nata nel 2015, e Alma, del 2018.