Pensare a sé stessi come a una vera e propria marca può rivelarsi un approccio vincente per chi desidera valorizzare la propria attività. Secondo FutureBrand, un’importante agenzia di branding, è fondamentale ripartire dalle basi del marketing e applicare il concetto di branding a se stessi. Marco Morini, Strategy Director di FutureBrand, sottolinea che per emergere nel panorama attuale non è sufficiente semplicemente “esserci”; è necessario diventare riconoscibili, credibili e memorabili. Questo implica la creazione di un personal brand che possa competere con le strategie adottate dai brand più affermati.
I pilastri di un personal brand efficace
Per costruire un personal brand solido, Morini identifica tre pilastri fondamentali. Il primo è il fisico, che si riferisce alle competenze e al “saper fare” di una persona. Questo aspetto rappresenta il valore tangibile che si può offrire nel proprio campo professionale. Il secondo pilastro è il carattere, che comprende valori, visione e il modo di pensare. Infine, il terzo pilastro è lo stile, che si manifesta nel modo in cui ci si presenta, nel tono utilizzato e nell’estetica complessiva.
Creare un personal brand non significa necessariamente mettersi in mostra o diventare content creator a tempo pieno. Si tratta piuttosto di far emergere la propria identità professionale in modo chiaro e coerente in ogni situazione, che si tratti di un colloquio, di una competizione, di una conferenza o di un post sui social media. È essenziale iniziare con un momento di riflessione, chiedendosi quali obiettivi si desiderano raggiungere: maggiore visibilità, divulgazione di contenuti o diventare un punto di riferimento in un settore specifico.
Strategie per costruire un brand personale
Per iniziare a costruire un personal brand efficace, ci sono alcuni aspetti chiave su cui concentrarsi. La prima è la consapevolezza: è fondamentale chiarire chi si è, quali sono le proprie competenze e il motivo per cui si fa ciò che si fa. Il secondo aspetto è il posizionamento, che implica la definizione del proprio territorio di competenza e l’ambito in cui si desidera essere considerati esperti.
Un altro elemento importante è la scelta dei canali. È cruciale selezionare i media più adatti agli obiettivi prefissati e adattare i contenuti al formato scelto. Meglio concentrarsi su pochi canali ben curati piuttosto che essere presenti ovunque senza una strategia chiara. La rilevanza è altrettanto fondamentale: ascoltare il mercato e trovare un punto di vista originale e credibile può fare la differenza.
La coerenza è un altro aspetto da non sottovalutare. È importante mantenere un tono, uno stile e messaggi uniformi sia online che offline. Infine, è essenziale curare le relazioni e trattare il proprio network come una comunità, piuttosto che un semplice database. Il feedback e l’ascolto delle percezioni altrui sono parte integrante del processo di branding, poiché il brand è definito non solo da ciò che si comunica, ma anche da come si viene percepiti.
Marco Morini conclude affermando che pensare a sé stessi come a un brand non è un atto di vanità, ma una forma di consapevolezza e leadership. In un contesto in cui il rumore informativo è costante, chi ha realmente qualcosa da dire deve anche imparare a farsi ascoltare, dando voce e visibilità alla propria vera identità.