Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha recentemente firmato un ordine esecutivo volto a intensificare la lotta contro la presenza dei senzatetto nelle città americane. Il provvedimento, datato 15 gennaio 2025, prevede misure drastiche per rimuovere le persone senza fissa dimora dalle strade, vietare accampamenti urbani e limitare l’uso di fondi federali per programmi di riduzione del danno, come i siti di iniezione controllata. Intitolato “Ending Crime and Disorder on America’s Streets”, il documento conferisce nuovi poteri al procuratore generale e impone agli stati di adottare misure più severe, inclusi trasferimenti forzati in centri di cura. Questa iniziativa ha già suscitato una forte opposizione da parte di associazioni per i diritti civili e organizzazioni che si occupano di senzatetto.
Misure rigorose in tutto il paese
L’ordine esecutivo firmato da Trump prevede un coordinamento tra diverse agenzie federali e amministrazioni locali per ridurre la presenza dei senzatetto nelle aree urbane. I governi statali e municipali sono chiamati a far rispettare divieti già esistenti riguardanti il campeggio, il vagabondaggio, l’uso di sostanze illecite e l’occupazione abusiva di terreni. Parallelamente, i fondi federali saranno riorientati per supportare esclusivamente programmi che seguono questa nuova linea dura. Tra le priorità delineate nel provvedimento c’è il rafforzamento delle attività di monitoraggio nei confronti di molestatori sessuali, impedendo loro di essere accolti in strutture che ospitano donne e bambini. Questa strategia rappresenta un cambio di rotta significativo nella politica di gestione dei senzatetto, cercando di affrontare un problema che continua a crescere nelle città americane.
Internamento forzato: una questione controversa
Uno degli aspetti più controversi dell’ordine esecutivo riguarda la richiesta al Dipartimento di Giustizia di rivedere le sentenze che limitano l’internamento di senzatetto considerati pericolosi per se stessi o per gli altri. Questa mossa apre la strada a una possibile detenzione coatta di individui senza fissa dimora in centri di detenzione o cura, anche contro la loro volontà. Il testo dell’ordine mette in evidenza l’importanza del “ripristino dell’ordine pubblico” e assegna alla procuratrice generale Pam Bondi il compito di guidare le azioni legali necessarie per modificare l’attuale giurisprudenza. La questione dell’internamento forzato ha sollevato preoccupazioni tra esperti e attivisti, che temono un ritorno a pratiche già abbandonate.
Controllo dei fondi e approcci restrittivi
Nell’ambito del nuovo ordine, Trump ha imposto il divieto di destinare fondi discrezionali per la prevenzione e il trattamento delle dipendenze a programmi come i siti di iniezione sicura. Il documento sottolinea che non ci sarà tolleranza per chi sostiene l’uso di droghe illegali. L’obiettivo è garantire che i fondi pubblici non siano utilizzati per approcci considerati “permissivi” nei confronti del consumo di sostanze. Sarà inoltre monitorata con attenzione la distribuzione dei fondi per assicurarsi che vengano impiegati esclusivamente in progetti che favoriscano il trasferimento dei senzatetto in strutture chiuse.
Le dichiarazioni di Trump e le reazioni
Presentando il provvedimento, Trump ha affermato: “La situazione è fuori controllo. Le nostre città non possono più tollerare il degrado e la criminalità diffusa”. Il presidente ha descritto l’intervento come una risposta necessaria all’aumento dei senzatetto, che ha raggiunto un picco storico di 274.000 individui. Ha sostenuto che è necessario un approccio “compassionevole ma deciso”, evidenziando che il problema non può essere ignorato e che la strategia di tolleranza zero guiderà le prossime azioni federali.
Critiche e preoccupazioni delle associazioni
Le reazioni da parte delle organizzazioni per i diritti civili e dei gruppi che si occupano di senzatetto sono state immediate e forti. L’ACLU ha definito l’ordine esecutivo “una criminalizzazione della povertà”, mentre il National Homelessness Law Center ha avvertito che il provvedimento potrebbe aumentare l’insicurezza tra le fasce più vulnerabili della popolazione. Esperti legali e professionisti della salute hanno espresso preoccupazione riguardo alla reintroduzione di modelli di internamento coattivo, simili a quelli abbandonati negli anni Ottanta. Le misure annunciate non affrontano le cause strutturali del fenomeno, come la mancanza di alloggi a prezzi accessibili e il sottofinanziamento dei servizi di salute mentale.