Il conflitto in Medioriente ha raggiunto il giorno 655, segnando un periodo di intensi scontri e sofferenze umane. Nella giornata di oggi, Israele ha avviato un attacco aereo e terrestre, colpendo la città di Deir al-Balah, situata nel centro della Striscia di Gaza. Questo bombardamento è avvenuto poche ore dopo che l’IDF (Forze di Difesa Israeliane) aveva emesso un avviso di evacuazione per la popolazione. La situazione sul campo è drammatica, con migliaia di sfollati e un numero crescente di vittime segnalate. La Caritas ha lanciato un allarme, affermando che “la popolazione è ridotta alla fame e rischia la carestia”, evidenziando le gravi condizioni di vita degli abitanti.
Condanna e appelli internazionali
Il cardinale di Gerusalemme, Pizzaballa, ha espresso la sua condanna, dichiarando che “tutto questo è ingiustificabile”. Nel frattempo, il Papa ha contattato il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Abu Mazen, per sottolineare l’urgenza di fornire aiuti umanitari alla popolazione colpita dal conflitto. Un appello congiunto è stato firmato dai ministri degli Esteri di Italia e di altri 24 Paesi, in cui si richiede che “la guerra a Gaza deve finire ora”.
Situazione a Deir al-Balah
La situazione a Deir al-Balah è ulteriormente complicata dalla presenza di operatori italiani nella zona, come ha avvertito il ministro degli Esteri, Tajani. La comunità internazionale continua a monitorare gli sviluppi con grande preoccupazione.
Reazioni da Washington
A Washington, la portavoce della Casa Bianca ha rivelato che Donald Trump è rimasto “colto di sorpresa” dai recenti bombardamenti in Siria e dall’attacco a una chiesa cattolica a Gaza. In entrambi i casi, il presidente ha prontamente contattato il primo ministro israeliano per discutere le misure da adottare per affrontare la situazione. La tensione continua a crescere, mentre le voci di pace si fanno sempre più forti in un contesto di crisi umanitaria.