I Carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Roma hanno eseguito un provvedimento di arresti domiciliari nei confronti di un medico, in seguito a una misura cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma. La richiesta della Procura della Repubblica, che aveva chiesto una pena detentiva a causa della gravità delle accuse, si è concretizzata il 12 marzo 2025. L’indagine ha preso avvio dopo che il professionista era stato sorpreso mentre operava in un’abitazione privata nella capitale, nonostante fosse già indagato per la morte di una paziente avvenuta a giugno 2024, durante un intervento di liposuzione effettuato in un ambulatorio abusivo.
Misura restrittiva e indagini
La misura restrittiva è stata attuata a seguito di un’indagine approfondita condotta dal Nas, sotto la direzione della pm Eleonora Fini. Le prove raccolte hanno permesso di interrompere l’attività illecita del medico, già sospeso dall’esercizio della professione a causa di precedenti reati. Le evidenze emerse hanno portato alla sua accusa per violenza privata. Nonostante le restrizioni, il medico è stato trovato intento a eseguire un intervento di otoplastica in un appartamento situato nel quartiere Quadraro, dove risiedevano cittadini sudamericani.
Provvedimento di sospensione
Il provvedimento di sospensione dell’attività medica era stato emesso in relazione ad altre indagini che lo riguardavano, tra cui l’esecuzione di interventi non autorizzati e il reato di violenza privata. La Procura di Roma aveva già avviato un’inchiesta sul decesso di una donna, causato da complicazioni derivanti da un intervento di liposuzione. Nonostante i gravi reati di cui era accusato, il medico ha continuato a esercitare la sua professione in condizioni di assoluta illegalità e senza alcun rispetto delle norme igieniche e di sicurezza.
Intervento illegale
Il 12 marzo, i Carabinieri hanno trovato il medico all’interno di una camera da letto, attrezzato con strumenti chirurgici e assistito da un’infermiera in pensione. L’intervento si stava svolgendo su una giovane sudamericana, distesa su un lettino improvvisato, circondata da oggetti personali e sporcizia. Durante l’operazione, il medico aveva già somministrato anestetico locale alla paziente, come confermato dai medici del pronto soccorso del Policlinico Casilino. La situazione ha destato preoccupazione per le condizioni in cui venivano effettuati questi interventi, evidenziando un grave rischio per la salute pubblica.