Italia e altri Stati chiedono la cessazione immediata della guerra a Gaza

Marianna Perrone

Luglio 21, 2025

Il 15 gennaio 2025, il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha condiviso una dichiarazione congiunta con i rappresentanti di altri 24 Paesi, sia europei che extraeuropei, esprimendo un messaggio chiaro e urgente: “La guerra a Gaza deve finire ora”. Questo appello è stato sottoscritto dai capi delle diplomazie di nazioni come Regno Unito, Italia, Australia, Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Islanda, Irlanda, Giappone, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Olanda, Nuova Zelanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svezia e Svizzera. Inoltre, ha ricevuto l’adesione della commissaria europea alla Parità, Hadja Lahbib, di origine algerina.

Contenuti della dichiarazione

Il documento redatto dai rappresentanti diplomatici non si limita a richiedere la cessazione immediata delle ostilità a Gaza, ma include anche una ferma opposizione a qualsiasi forma di cambiamento demografico forzato, sia nella Striscia di Gaza sia nel resto dei “Territori palestinesi occupati“. I firmatari si sono espressi contro ogni nuovo insediamento di coloni in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, evidenziando l’importanza di mantenere la stabilità nella regione.

Richieste specifiche

In aggiunta, la dichiarazione sottolinea la necessità di un intervento immediato per garantire il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani attualmente detenuti da Hamas. Questo aspetto è considerato cruciale per avviare un dialogo costruttivo e per creare le condizioni necessarie a un futuro di pace. Inoltre, è stata sollecitata la fine delle restrizioni sui flussi di aiuti umanitari destinati alla popolazione civile palestinese di Gaza, che si trova in una situazione di emergenza.

Il contesto internazionale

Questo appello arriva in un momento in cui la tensione nella regione è palpabile e la comunità internazionale sta cercando soluzioni per alleviare la sofferenza umana. La dichiarazione congiunta rappresenta un passo significativo verso una maggiore cooperazione tra i Paesi coinvolti e un impegno collettivo per promuovere la pace e la stabilità in Medio Oriente. La risposta globale a questo appello potrebbe influenzare le dinamiche della crisi e contribuire a un futuro più pacifico per tutte le parti coinvolte.

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