La Slovenia nega l’ingresso ai ministri israeliani di destra radicale

Marianna Perrone

Luglio 17, 2025

La Slovenia ha preso una posizione netta nei confronti di due esponenti politici israeliani, decidendo di vietare loro l’ingresso nel Paese. Questa decisione, comunicata il 17 luglio 2025, rappresenta un evento senza precedenti all’interno dell’Unione Europea. I due ministri, Bezalel Smotrich e Itamar Ben Gvir, sono noti per le loro posizioni di estrema destra e per essere figure chiave nel governo del Primo Ministro Benyamin Netanyahu. Secondo una nota ufficiale del governo sloveno, i due saranno etichettati come “persone non grate” a causa delle loro affermazioni che incitano a “violenza estrema” e delle “gravi violazioni dei diritti umani dei palestinesi“.

Le motivazioni della Slovenia

Il governo sloveno ha giustificato il divieto di ingresso sottolineando che le dichiarazioni di Smotrich e Ben Gvir sono state considerate come un incitamento alla violenza. Le loro posizioni, definite “genocidiarie”, sono state al centro di un acceso dibattito sia in Israele che a livello internazionale. La Slovenia, attraverso il suo Ministero degli Esteri, ha espresso la necessità di tutelare i diritti umani e di mantenere una posizione ferma contro qualsiasi forma di estremismo che possa minacciare la pace e la stabilità nella regione. Questa decisione si inserisce in un contesto più ampio di crescente preoccupazione per le politiche israeliane nei confronti dei palestinesi, e rappresenta un tentativo da parte della Slovenia di allinearsi con i principi di rispetto dei diritti umani e della dignità.

Implicazioni per le relazioni internazionali

Il divieto di ingresso a Smotrich e Ben Gvir potrebbe avere ripercussioni significative sulle relazioni diplomatiche tra Slovenia e Israele. La decisione è stata accolta con sorpresa da molti osservatori, in quanto rappresenta una rottura rispetto alla tradizionale posizione di sostegno da parte dell’Unione Europea nei confronti di Israele. Alcuni analisti suggeriscono che questo atto potrebbe influenzare altri Paesi europei a seguire l’esempio sloveno, creando un precedente nel contesto delle relazioni tra l’Unione Europea e il governo israeliano. La Slovenia, storicamente nota per il suo impegno a favore della pace e della stabilità nei Balcani, sta ora cercando di posizionarsi come un attore proattivo nella questione israelo-palestinese.

Reazioni e commenti

Le reazioni alla decisione slovena sono state diverse. Mentre alcuni gruppi per i diritti umani hanno applaudito l’iniziativa come un passo coraggioso verso la giustizia, altri hanno criticato la scelta del governo sloveno, sostenendo che potrebbe esacerbare ulteriormente le tensioni tra Israele e i Paesi europei. In Israele, la notizia è stata accolta con indignazione da parte di alcuni membri del governo, che hanno definito la decisione come un attacco ingiustificato alla sovranità nazionale. La situazione rimane tesa, e le conseguenze di questa decisione potrebbero estendersi ben oltre i confini sloveni, influenzando il dibattito politico e sociale in tutta Europa riguardo alla questione israelo-palestinese.

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