Hai più di 50 anni? Vivere con un cane o un gatto può salvarti la memoria

Cani e gatti

Cani e gatti rallentano l’invecchiamento del cervello: lo dice uno studio europeo - infobrasile.it

Egidio Luigi

Luglio 10, 2025

Uno studio dell’Università di Ginevra mostra che convivere con cani o gatti migliora memoria e linguaggio negli over 50, mentre uccelli e pesci non danno benefici cognitivi.

Vivere con un cane o con un gatto può aiutare a preservare le funzioni cognitive nella seconda parte della vita. È quanto emerge da una ricerca condotta dal Dipartimento di Psicologia dell’Università di Ginevra, pubblicata sulla rivista Scientific Reports. Lo studio, guidato dalla ricercatrice Adriana Rostekova, ha analizzato un campione di persone tra i 50 e i 99 anni, osservando come la presenza di un animale domestico incida sulle capacità di memoria e linguaggio. I risultati indicano una differenza significativa tra specie animali: cani e gatti sembrano offrire stimoli cognitivi reali, mentre pesci e uccelli no.

I ricercatori hanno monitorato, dal 2007 al 2025, l’andamento cognitivo di un gruppo ampio e variegato di individui, circa il 40% dei quali convive con un animale domestico. In particolare, chi possiede un cane mostra una memoria più solida, sia nell’immediato che nel lungo periodo. Chi vive con un gatto, invece, tende a conservare più a lungo le proprie capacità verbali. Il confronto con altre specie domestiche, come pesci o uccelli, ha rivelato che non si osservano gli stessi benefici cognitivi.

Il ruolo delle interazioni quotidiane e dell’attaccamento emotivo

La differenza, secondo gli autori dello studio, potrebbe dipendere dalla qualità della relazione instaurata con l’animale. I pesci, ad esempio, non richiedono interazioni regolari né attività condivise. Gli uccelli, invece, possono perfino influire negativamente sul sonno dei proprietari, a causa dei suoni continui emessi anche nelle ore notturne. È noto che la qualità del sonno sia direttamente collegata alla salute cognitiva nelle fasi avanzate della vita.

I cani, per loro natura, portano il proprietario a mantenere abitudini attive, come passeggiare, interagire con l’esterno, dare comandi, ricevere stimoli. Tutti elementi che mantengono vivo l’esercizio mentale. Lo studio rileva che durante l’interazione con il cane si attivano aree cerebrali coinvolte nell’attenzione, nella memoria e nell’apprendimento, ritardando i segni dell’invecchiamento mentale.

Cani e gatti
Cani e gatti rallentano l’invecchiamento del cervello: lo dice uno studio europeo – infobrasile.it

Diverso ma altrettanto utile è l’effetto del gatto, che secondo gli studiosi stimola in modo specifico la corteccia prefrontale, una zona del cervello coinvolta nel controllo delle emozioni, nella pianificazione e nel pensiero complesso. La relazione con il gatto è descritta come più introspettiva e affettiva, un elemento che può rafforzare i legami familiari e aumentare i momenti di inclusione emotiva in casa.

Secondo Rostekova, “la novità principale dello studio è l’evidenza di differenze nette tra specie”. Questo dato suggerisce che non tutti gli animali domestici abbiano lo stesso impatto sul cervello umano, ma che i processi di domesticazione e l’interazione quotidiana giocano un ruolo chiave.

Un vantaggio cognitivo che si riflette anche nella sfera sociale

Lo studio si inserisce in una più ampia riflessione sul ruolo degli animali nella qualità della vita degli anziani. La presenza di un cane favorisce la connessione con il mondo esterno, limita l’isolamento e contribuisce a mantenere una vita sociale attiva, fattori riconosciuti come protettivi contro l’Alzheimer e le demenze. Chi esce di casa per portare a spasso l’animale incontra persone, stabilisce contatti e mantiene la mente in attività.

Il gatto, invece, funziona come un mediatore emotivo nelle dinamiche domestiche. La sua presenza rafforza l’intimità familiare, stimola lo scambio affettivo tra membri della casa, e agisce come elemento di coesione in un contesto in cui spesso l’anziano rischia di sentirsi ai margini.

Il dato più rilevante è che cani e gatti non influenzano solo lo stato d’animo, ma producono effetti misurabili e stabili nel tempo sul funzionamento cerebrale. Gli autori dello studio sottolineano che la convivenza con questi animali non può essere considerata una cura, ma rappresenta una risorsa concreta per invecchiare meglio. La loro presenza, infatti, stimola quotidianamente aree del cervello che tendono a spegnersi con l’età.

In un momento in cui l’invecchiamento della popolazione è un tema cruciale per le politiche sanitarie europee, i risultati della ricerca dell’Università di Ginevra aprono nuove prospettive su come l’ambiente familiare e relazionale possa giocare un ruolo nella prevenzione del declino cognitivo. Non si tratta solo di compagnia: cani e gatti, quando accolti e vissuti con consapevolezza, diventano strumenti attivi di benessere neurologico.

×